1 Samuele 1:13-23

13 Anna parlava in cuor suo; e si movevano soltanto le sue labbra ma non si sentiva la sua voce; onde Eli credette ch’ella fosse ubriaca;
14 e le disse: "Quanto durerà cotesta tua ebbrezza? Va’ a smaltire il tuo vino!"
15 Ma Anna, rispondendo, disse: "No, signor mio, io sono una donna tribolata nello spirito, e non ho bevuto né vino né bevanda alcoolica, ma stavo spandendo l’anima mia dinanzi all’Eterno.
16 Non prender la tua serva per una donna da nulla; perché l’eccesso del mio dolore e della tristezza mia m’ha fatto parlare fino adesso".
17 Ed Eli replicò: "Va’ in pace, e l’Iddio d’Israele esaudisca la preghiera che gli hai rivolta!"
18 Ella rispose: "Possa la tua serva trovar grazia agli occhi tuoi!" Così la donna se ne andò per la sua via, mangiò, e il suo sembiante non fu più quello di prima.
19 L’indomani, ella e suo marito, alzatisi di buon’ora, si prostrarono dinanzi all’Eterno; poi partirono e ritornarono a casa loro a Rama. Elkana conobbe Anna, sua moglie, e l’Eterno si ricordò di lei.
20 Nel corso dell’anno, Anna concepì e partorì un figliuolo, al quale pose nome Samuele, "perché", disse, "l’ho chiesto all’Eterno".
21 E quell’uomo, Elkana, salì con tutta la sua famiglia per andare a offrire all’Eterno il sacrifizio annuo e a sciogliere il suo voto.
22 Ma Anna non salì, e disse a suo marito: "Io non salirò finché il bambino non sia divezzato; allora lo condurrò, perché sia presentato dinanzi all’Eterno e quivi rimanga per sempre".
23 Elkana, suo marito, le rispose: "Fa’ come ti par bene; rimani finché tu l’abbia divezzato, purché l’Eterno adempia la sua parola!" Così la donna rimase a casa, e allattò il suo figliuolo fino al momento di divezzarlo.
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