3
Or Paolo, avendo raccolto una quantità di legna secche e avendole poste sul fuoco, una vipera, sentito il caldo, uscì fuori, e gli si attaccò alla mano.
4
E quando i barbari videro la bestia che gli pendeva dalla mano, dissero fra loro: Certo, quest’uomo e un’omicida, perché essendo scampato dal mare, pur la Giustizia divina non lo lascia vivere.
5
Ma Paolo, scossa la bestia nel fuoco, non ne risentì male alcuno.
6
Or essi si aspettavano ch’egli enfierebbe o cadrebbe di subito morto; ma dopo aver lungamente aspettato, veduto che non gliene avveniva alcun male, mutarono parere, e cominciarono a dire ch’egli era un dio.
7
Or ne’ dintorni di quel luogo v’erano dei poderi dell’uomo principale dell’isola, chiamato Publio, il quale ci accolse, e ci albergò tre giorni amichevolmente.
8
E accadde che il padre di Publio giacea malato di febbre e di dissenteria. Paolo andò a trovarlo; e dopo aver pregato, gl’impose le mani e lo guarì.
9
Avvenuto questo, anche gli altri che aveano delle infermità nell’isola, vennero, e furon guariti;
10
ed essi ci fecero grandi onori; e quando salpammo, ci portarono a bordo le cose necessarie.
11
Tre mesi dopo, partimmo sopra una nave alessandrina che avea per insegna Castore e Polluce, e che avea svernato nell’isola.
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E arrivati a Siracusa, vi restammo tre giorni.
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E di là, costeggiando, arrivammo a Reggio. E dopo un giorno, levatosi un vento di scirocco, in due giorni arrivammo a Pozzuoli.