Deuteronomio 9:10-20

10 e il Signore mi diede le due Tavole di pietra, scritte col dito di Dio, sopra le quali era scritto, conforme a tutte le parole che il Signore vi avea dette, parlando con voi nella montagna, di mezzo al fuoco, al giorno della raunanza.
11 Avvenne adunque in capo di quaranta giorni, e di quaranta notti, che il Signore mi diede le due Tavole di pietra, le Tavole del Patto;
12 e il Signore mi disse: Levati, scendi prestamente di qui; perciocchè il tuo popolo che tu hai tratto fuor di Egitto, si è corrotto; tosto si sono eglino rivolti dalla via che io avea lor comandata: si sono fatti una statua di getto.
13 Il Signore mi disse ancora: Io ho riguardato questo popolo; ed ecco, egli è un popolo di collo duro.
14 Lasciami fare, e io li distruggerò, e cancellerò il lor nome di sotto al cielo: e ti farò divenire una nazione più potente, e più grande di lui.
15 E io mi mossi, e discesi giù dal monte, il quale ardeva in fuoco, avendo nelle mie due mani le due Tavole del Patto.
16 E io riguardai; ed ecco, voi avevate peccato contro al Signore Iddio vostro; voi vi eravate fatti un vitello di getto; tosto vi eravate stornati dalla via che il Signore vi avea comandata.
17 E io presi quelle due Tavole, e le gittai giù d’in su le mie due mani, e le spezzai in vostra presenza.
18 Poi mi gittai in terra davanti al Signore, come prima, per quaranta giorni e per quaranta notti, senza mangiar pane, nè bere acqua, per tutto il vostro peccato che avevate commesso, facendo ciò che dispiace al Signore, per irritarlo.
19 Conciossiachè io avessi paura, per cagion dell’ira e del cruccio, del quale il Signore era gravemente adirato contro a voi, per distruggervi. E il Signore mi esaudì ancora quella volta.
20 Il Signore si crucciò ancora gravemente contro ad Aaronne, per distruggerlo; ma in quel tempo io pregai eziandio per Aaronne.

Deuteronomio 9:10-20 Meaning and Commentary

INTRODUCTION TO DEUTERONOMY 9

In this chapter the Israelites are assured of the ejection of the Canaanites, though so great and mighty, to make room for them, De 9:1-3, and they are cautioned not to attribute this to their own righteousness, but to the wickedness of the nations which deserved to be so treated, and to the faithfulness of God in performing his promise made to their fathers, De 9:4-6, and that it might appear that it could not be owing to their righteousness, it is affirmed and proved that they had been a rebellious and provoking people from their coming out of Egypt to that time, as was evident from their idolatry at Horeb; a particular account of which is given, and of the displeasure of the Lord at it, De 9:7-21, and of their murmurings, with which they provoked the Lord at other places, De 9:22-24, and the chapter is closed with an account of the prayer of Moses for them at Horeb, to avert the wrath of God from them for their making and worshipping the golden calf, De 9:25-29.

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