2 Samuele 19:3-13

3 E il popolo in quel giorno rientrò furtivamente in città, com’avrebbe fatto gente coperta di vergogna per esser fuggita in battaglia.
4 E il re s’era coperto la faccia, e ad alta voce gridava: "Absalom figliuol mio! Absalom figliuol mio, figliuol mio!"
5 Allora Joab entrò in casa dal re, e disse: "Tu copri oggi di rossore il volto di tutta la tua gente, che in questo giorno ha salvato la vita a te, ai tuoi figliuoli, e alle tue figliuole alle tue mogli e alle tue concubine,
6 giacché ami quelli che t’odiano, e odi quelli che t’amano; infatti oggi tu fai vedere che capitani e soldati per te son nulla; e ora io vedo bene che se Absalom fosse vivo e noi fossimo quest’oggi tutti morti, allora saresti contento.
7 Or dunque lèvati, esci, e parla al cuore della tua gente; perché io giuro per l’Eterno che, se non esci, neppure un uomo resterà con te questa notte; e questa sarà per te sventura maggiore di tutte quelle che ti son cadute addosso dalla tua giovinezza fino a oggi".
8 Allora il re si levò e si pose a sedere alla porta; e ne fu dato l’annunzio a tutto il popolo, dicendo: "Ecco il re sta assiso alla porta". E tutto il popolo venne in presenza del re. Or quei d’Israele se n’eran fuggiti, ognuno nella sua tenda;
9 e in tutte le tribù d’Israele tutto il popolo stava discutendo, e dicevano: "Il re ci ha liberati dalle mani dei nostri nemici e ci ha salvati dalle mani de’ Filistei; e ora ha dovuto fuggire dal paese a cagione di Absalom;
10 e Absalom, che noi avevamo unto perché regnasse su noi, è morto in battaglia; perché dunque non parlate di far tornare il re?"
11 E il re Davide mandò a dire ai sacerdoti Tsadok ed Abiathar: "Parlate agli anziani di Giuda, e dite loro: Perché sareste voi ultimi a ricondurre il re a casa sua? I discorsi che si tengono in tutto Israele sono giunti fino alla casa del re.
12 Voi siete miei fratelli, siete mie ossa e mia carne; perché dunque sareste gli ultimi a far tornare il re?
13 E dite ad Amasa: Non sei tu mie ossa e mia carne? Iddio mi tratti con tutto il suo rigore, se tu non diventi per sempre capo dell’esercito, invece di Joab".

2 Samuele 19:3-13 Meaning and Commentary

INTRODUCTION TO SECOND SAMUEL 19

David indulging to too much grief for the death of his son, is rebuked by Joab, and threatened with a revolt of the people from him, if he did not change his conduct, which be accordingly did, 2Sa 19:1-8; upon which the men of Israel were the first that moved for the bringing him back to Jerusalem, and the men of Judah were solicited to join with them in it, which was effected, 2Sa 19:9-15; and at Jordan, Shimei, that had cursed him, met him, and asked his pardon, and was forgiven, 2Sa 19:16-23; and when come to Jerusalem, Mephibosheth excused so well his not going out with him, that he had half his land restored to him, which had been given to his servant, 2Sa 19:24-30; and Barzillai, who had very liberally supplied the king, was allowed to return to his own city, and Chimham his son was taken to court, 2Sa 19:31-40; and a contention arose between the men of Israel and of Judah about the restoration of the king, which issued in an insurrection, as the next chapter shows, 2Sa 19:41-43.

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