Giobbe 2:8-13

8 E sua moglie gli disse: "Ancora stai saldo nella tua integrità?
9 Ma lascia stare Iddio, e muori!"
10 E Giobbe a lei: "Tu parli da donna insensata! Abbiamo accettato il bene dalla mano di Dio, e rifiuteremmo d’accettare il male?" In tutto questo Giobbe non peccò con le sue labbra.
11 Or tre amici di Giobbe, Elifaz di Teman, Bildad di Suach e Tsofar di Naama, avendo udito tutti questi mali che gli eran piombati addosso, partirono, ciascuno dal suo paese e si misero d’accordo per venire a condolersi con lui e a consolarlo.
12 E, levati gli occhi da lontano, essi non lo riconobbero, e alzarono la voce e piansero; si stracciarono i mantelli e si cosparsero il capo di polvere gittandola verso il cielo.
13 E rimasero seduti per terra, presso a lui, sette giorni e sette notti; e nessuno di loro gli disse verbo, perché vedevano che il suo dolore era molto grande.

Giobbe 2:8-13 Meaning and Commentary

INTRODUCTION TO JOB 2

This chapter gives an account of a second trial of Job's constancy and integrity, the time and occasion of it, Job 2:1-3; the motion made for it by Satan, which being granted, he smote him from head to foot with sore boils, which he endured very patiently, Job 2:4-8; during which sad affliction he is urged by his wife to give up his integrity, which he bravely resisted, Job 2:9,10; and the chapter is concluded with an account of a visit of three of Job's friends, and of their conduct and behaviour towards him, Job 2:11-13.

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