Isaia 48:1-9

1 Ascoltate questo, o casa di Giacobbe, voi che siete chiamati del nome d’Israele, e che siete usciti dalla sorgente di Giuda; voi che giurate per il nome dell’Eterno, e menzionate l’Iddio d’Israele ma senza sincerità, senza rettitudine!

2 Poiché prendono il loro nome dalla città santa, s’appoggiano sull’Iddio d’Israele, che ha nome l’Eterno degli eserciti!

3 Già anticamente io annunziai le cose precedenti; esse uscirono dalla mia bocca, io le feci sapere; a un tratto io le effettuai, ed esse avvennero.

4 Siccome io sapevo, o Israele, che tu sei ostinato, che il tuo collo ha muscoli di ferro e che la tua fronte è di rame,

5 io t’annunziai queste cose anticamente; te le feci sapere prima che avvenissero, perché tu non avessi a dire: "Le ha fatte il mio idolo, le ha ordinate la mia immagine scolpita, la mia immagine fusa".

6 Tu ne hai udito l’annunzio; mirale avvenute tutte quante. Non lo proclamate voi stessi? Ora io t’annunzio delle cose nuove, delle cose occulte, a te ignote.

7 Esse stanno per prodursi adesso, non da tempo antico; e, prima d’oggi non ne avevi udito parlare, perché tu non abbia a dire: "Ecco, io le sapevo".

8 No, tu non ne hai udito nulla, non ne hai saputo nulla, nulla in passato te ne mai venuto agli orecchi, perché sapevo che ti saresti condotto perfidamente, e che ti chiami "Ribelle" fin dal seno materno.

9 Per amor del mio nome io differirò la mia ira, e per amor della mia gloria io mi raffreno per non sterminarti.

Isaia 48:1-9 Meaning and Commentary

INTRODUCTION TO ISAIAH 48

The prophecy of this chapter is concerning the deliverance and salvation of the Jews, and is addressed unto them; who are described by their natural descent and lineage, and by their hypocrisy in religious things, Isa 48:1,2. By their obstinacy and impudence, and by their proneness to idolatry, and to ascribe that to idols which belonged to God; which were the reasons why the Lord foretold all former things to them, before they came to pass, Isa 48:3-5. And for the same reasons also he declared unto them what should be hereafter, particularly the destruction of Babylon, and their deliverance by Cyrus, Isa 48:6-8. From which account of them it would clearly appear, that it was not for any merits of theirs, but for his own name's sake, for his own glory, that he chose them, purified, and saved them as gold tried in the fire, Isa 48:9-11. He observes his own perfections, his eternity and immutability, and power displayed in creation, to engage their faith in the promise of deliverance, Isa 48:12,13 and points out the deliverer Cyrus, a type of Christ, whom he loved, called, sent, and made him prosperous, Isa 48:14-16. Then he directs them to walk in his ways, with promises of peace and prosperity, Isa 48:17-19. And the chapter is concluded with an exhortation to go out of Babylon with joy, publishing wherever they came their redemption, and who would be supplied with all necessaries in their return to their own land; only it should be observed, that there was no peace or happiness for the wicked, Isa 48:20-22.