Salmi 71:12-22

12 O Dio, non allontanarti da me; Dio mio, affrettati in mio aiuto.
13 Sieno confusi, e vengano meno gli avversari dell’anima mia; Quelli che procacciano il mio male sieno coperti di onta e di vituperio.
14 Ma io spererò del continuo, E sopraggiungerò ancora altre lodi a tutte le tue.
15 La mia bocca racconterà tuttodì la tua giustizia, e la tua salute; Benchè io non ne sappia il gran numero.
16 Io entrerò nelle prodezze del Signore Iddio; Io ricorderò la giustizia di te solo.
17 O Dio, tu mi hai ammaestrato dalla mia fanciullezza; Ed io, infino ad ora, ho annunziate le tue maraviglie.
18 Non abbandonarmi ancora, o Dio, fino alla vecchiezza, anzi fino alla canutezza; Finchè io abbia annunziato il tuo braccio a questa generazione, E la tua potenza a tutti quelli che verranno appresso.
19 E la tua giustizia, o Dio, esalterò sommamente: Perciocchè tu hai fatte cose grandi. O Dio, chi è pari a te?
20 Perciocchè, avendomi fatto sentir molte tribolazioni e mali, Tu mi hai di nuovo resa la vita, E mi hai di nuovo tratto fuor degli abissi della terra.
21 Tu hai accresciuta la mia grandezza, E ti sei rivolto, e mi hai consolato.
22 Io altresì, collo strumento del saltero, celebrerò te, E la tua verità, o Dio mio; Io ti salmeggerò colla cetera, o Santo d’Israele.

Salmi 71:12-22 Meaning and Commentary

INTRODUCTION TO PSALM 71

This psalm is without a title, but is thought to be David's: the Septuagint and Vulgate Latin versions, and all the Oriental ones, ascribe it to him; and both the subject and style show it to be his. According to the title of the Syriac version, it was composed by him when Saul made war against the house of David; but this is not likely, since it was written by him in his old age, Ps 71:9,18; rather, according to Kimchi and Arama, it was penned when he fled from his son Absalom: there are several things in it which incline to this. The Septuagint and Vulgate Latin versions call it

``A Psalm of David, of the sons of Jonadab, and of the first that were carried captive;''

and so the Ethiopic and Arabic versions. Apollinarius says the sons of Jonadab composed it; but without any foundation for it; and the Syriac version is, it is a prophecy concerning the sufferings and resurrection of the Messiah; and so Jerom and others interpret it. The literal meaning respecting David seems best, though it may be applied to the church, and to any believer in distress. Theodoret thinks it was written by David in the person of the captives in Babylon.

The Giovanni Diodati Bible is in the public domain.