Giobbe 35:6-16

6 Se tu pecchi, che cosa opererai tu contro a lui? E se i tuoi misfatti son moltiplicati, che gli farai tu?
7 Se tu sei giusto, che cosa gli darai? Ovvero che prenderà egli dalla tua mano?
8 Come la tua malvagità può nuocer solo ad un uomo simile a te, Così anche la tua giustizia non può giovare se non ad un figliuolo d’uomo.
9 Gli oppressati gridano per la grandezza dell’oppressione, E dànno alte strida per la violenza de’ grandi;
10 Ma niuno dice: Ove è Dio, mio fattore, Il quale dà materia di cantar di notte?
11 Il qual ci ammaestra più che le bestie della terra, E ci rende savi più che gli uccelli del cielo?
12 Quivi adunque gridano, ed egli non li esaudisce, Per la superbia de’ malvagi.
13 Certamente Iddio non esaudisce la vanità, E l’Onnipotente non la riguarda.
14 Quanto meno esaudirà egli te, che dici che tu nol riguardi? Giudicati nel suo cospetto, e poi aspettalo.
15 Certo ora quello che l’ira sua ti ha imposto di castigo è come nulla; Ed egli non ha preso conoscenza della moltitudine de’ tuoi peccati molto innanzi.
16 Giobbe adunque indarno apre la sua bocca, Ed accumula parole senza conoscimento.

Giobbe 35:6-16 Meaning and Commentary

INTRODUCTION TO JOB 35

Is this chapter Elihu goes on to charge Job with other unbecoming speeches, which he undertakes to refute; as that he had represented his cause more just than God's, and religion and righteousness as things unprofitable to men, only to God; to which Elihu takes upon him to make answer, Job 35:1-8; and that the cries of the oppressed were not heard by the Lord, so as to give occasion to songs of praise and thankfulness, to which he replies, Job 35:9-13; and that Job had expressed diffidence and despair of ever seeing and enjoying the favour of God, which he endeavours to remove, Job 35:14-16.

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