Giobbe 34:22-32

22 Non vi son tenebre, non v’è ombra di morte, ove possa nascondersi chi opera iniquamente.
23 Dio non ha bisogno d’osservare a lungo un uomo per trarlo davanti a lui in giudizio.
24 Egli fiacca i potenti, senza inchiesta; e ne stabilisce altri al loro posto;
25 poich’egli conosce le loro azioni; li abbatte nella notte, e son fiaccati;
26 li colpisce come dei malvagi, in presenza di tutti,
27 perché si sono sviati da lui e non hanno posto mente ad alcuna delle sue vie;
28 han fatto salire a lui il gemito del povero, ed egli ha dato ascolto al gemito degli infelici.
29 Quando Iddio dà requie chi lo condannerà? Chi potrà contemplarlo quando nasconde il suo volto a una nazione ovvero a un individuo,
30 per impedire all’empio di regnare, per allontanar dal popolo le insidie?
31 Quell’empio ha egli detto a Dio: "Io porto la mia pena, non farò più il male,
32 mostrami tu quel che non so vedere; se ho agito perversamente, non lo farò più"?

Giobbe 34:22-32 Meaning and Commentary

INTRODUCTION TO JOB 34

In this chapter Elihu reassumes his discourse, and proceeds in his answer to Job, in which are first a preface exciting attention, Job 34:1-4; then a charge is brought against Job, expressed in or extracted from some words that dropped from his lips, not so well guarded, Job 34:5-9; a refutation of these expressions of his in a variety of arguments, Job 34:10-30; and the chapter is closed with some good advice to Job, Job 34:31-33; and with an earnest request of Elihu to men of understanding, to join with him in trying him to the uttermost, Job 34:34-37.

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