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Ma i Giudei, mossi da invidia, presero con loro certi uomini malvagi fra la gente di piazza; e raccolta una turba, misero in tumulto la città; e, assalita la casa di Giasone, cercavano di trar Paolo e Sila fuori al popolo.
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Ma non avendoli trovati, trascinarono Giasone e alcuni de’ fratelli dinanzi ai magistrati della città, gridando: Costoro che hanno messo sossopra il mondo, son venuti anche qua,
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e Giasone li ha accolti; ed essi tutti vanno contro agli statuti di Cesare, dicendo che c’è un altro re, Gesù.
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E misero sossopra la moltitudine e i magistrati della città, che udivano queste cose.
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E questi, dopo che ebbero ricevuta una cauzione da Giasone e dagli altri, li lasciarono andare.
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E i fratelli, subito, di notte, fecero partire Paolo e Sila per Berea; ed essi, giuntivi, si recarono nella sinagoga de’ Giudei.
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Or questi furono più generosi di quelli di Tessalonica, in quanto che ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando tutti i giorni le Scritture per vedere se le cose stavan così.
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Molti di loro, dunque, credettero, e non piccol numero di nobildonne greche e d’uomini.
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Ma quando i Giudei di Tessalonica ebbero inteso che la parola di Dio era stata annunziata da Paolo anche in Berea, vennero anche là, agitando e mettendo sossopra le turbe.
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E i fratelli, allora, fecero partire immediatamente Paolo, conducendolo fino al mare; e Sila e Timoteo rimasero ancora quivi.
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Ma coloro che accompagnavano Paolo, lo condussero fino ad Atene; e ricevuto l’ordine di dire a Sila e a Timoteo che quanto prima venissero a lui, si partirono.