Giovanni Diodati 1649 (Italian) GDB
The Latin Vulgate VUL
1 O figliuola di principe, quanto son belli i tuoi piedi nel lor calzamento! Le giunture delle tue membra son come monili Di lavoro di mani d’artefice.
1
quid videbis in Sulamiten nisi choros castrorum quam pulchri sunt gressus tui in calciamentis filia principis iunctura feminum tuorum sicut monilia quae fabricata sunt manu artificis
2 Il tuo seno è come una tazza rotonda, Nella quale non manchi mai il vino profumato; Il tuo corpo è un mucchio di grano, Intorniato di gigli.
2
umbilicus tuus crater tornatilis numquam indigens poculis venter tuus sicut acervus tritici vallatus liliis
3 I tuoi due seni Paiono due cavrioletti gemelli.
3
duo ubera tua sicut duo hinuli gemelli capreae
4 Il tuo collo pare una torre d’avorio; E gli occhi tuoi le pescine che sono in Hesbon, Presso alla porta di Bat-rabbim; Il tuo naso pare la Torre del Libano Che riguarda verso Damasco.
4
collum tuum sicut turris eburnea oculi tui sicut piscinae in Esebon quae sunt in porta filiae multitudinis nasus tuus sicut turris Libani quae respicit contra Damascum
5 Il tuo capo sopra te pare un Carmel, E la chioma del tuo capo sembra di porpora, Il re è tenuto prigione dalle tue treccie.
5
caput tuum ut Carmelus et comae capitis tui sicut purpura regis vincta canalibus
6 Quanto sei bella, e quanto sei piacevole, O amor mio, fra tutte le delizie!
6
quam pulchra es et quam decora carissima in deliciis
7 Questa tua statura è simile ad una palma, Ed i tuoi seni a grappoli d’uva.
7
statura tua adsimilata est palmae et ubera tua botris
8 Io ho detto: Io salirò sopra la palma, E mi appiglierò a’ suoi rami; Ed i tuoi seni saranno ora come grappoli di vite, E l’odor del tuo alito come quello de’ pomi;
8
dixi ascendam in palmam adprehendam fructus eius et erunt ubera tua sicut botri vineae et odor oris tui sicut malorum
9 E la tua bocca sarà come il buon vino, Che cola dolcemente per il mio amico, E scivola fra le labbra de’ dormenti.
9
guttur tuum sicut vinum optimum dignum dilecto meo ad potandum labiisque et dentibus illius ruminandum
10 Io son del mio amico, E il suo desiderio è verso me.
10
ego dilecto meo et ad me conversio eius
11 Vieni, amico mio, usciamo a’ campi, Passiam la notte nelle ville.
11
veni dilecte mi egrediamur in agrum commoremur in villis
12 Leviamoci la mattina, per andare alle vigne; Veggiamo se la vite è fiorita, se l’agresto si scopre, Se i melagrani hanno messe le lor bocce; Quivi ti darò i miei amori.
12
mane surgamus ad vineas videamus si floruit vinea si flores fructus parturiunt si floruerunt mala punica ibi dabo tibi ubera mea
13 Le mandragole rendono odore, E in su gli usci nostri vi son delizie d’ogni sorta, E nuove, e vecchie, Le quali io ti ho riposte, amico mio.
13
mandragorae dederunt odorem in portis nostris omnia poma nova et vetera dilecte mi servavi tibi
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