Giovanni Diodati 1649 (Italian) GDB
The Latin Vulgate VUL
1 Oh fossi tu pur come un mio fratello, Che ha poppato le mammelle di mia madre! Trovandoti io fuori, ti bacerei, E pur non ne sarei sprezzata.
1
quis mihi det te fratrem meum sugentem ubera matris meae ut inveniam te foris et deosculer et iam me nemo despiciat
2 Io ti menerei, e ti condurrei in casa di mia madre; Tu mi ammaestreresti, Ed io ti darei a bere del vino aromatico, Del mosto del mio melagrano.
2
adprehendam te et ducam in domum matris meae ibi me docebis et dabo tibi poculum ex vino condito et mustum malorum granatorum meorum
3 Sia la sua man sinistra sotto al mio capo, Ed abbraccimi la sua destra.
3
leva eius sub capite meo et dextera illius amplexabitur me
4 Io vi scongiuro, figliuole di Gerusalemme, Che non destiate l’amor mio e non le rompiate il sonno, Finchè non le piaccia.
4
adiuro vos filiae Hierusalem ne suscitetis et evigilare faciatis dilectam donec ipsa velit
5 CHI è costei, che sale dal deserto, Che si appoggia vezzosamente sopra il suo amico? Io ti ho svegliato sotto un melo, Dove tua madre ti ha partorito, Là dove quella che ti ha partorito si è sgravidata di te.
5
quae est ista quae ascendit de deserto deliciis affluens et nixa super dilectum suum sub arbore malo suscitavi te ibi corrupta est mater tua ibi violata est genetrix tua
6 Mettimi come un suggello in sul tuo cuore, Come un suggello in sul tuo braccio; Perciocchè l’amore è forte come la morte, La gelosia è dura come l’inferno. Le sue brace son brace di fuoco, Son fiamma dell’Eterno.
6
pone me ut signaculum super cor tuum ut signaculum super brachium tuum quia fortis est ut mors dilectio dura sicut inferus aemulatio lampades eius lampades ignis atque flammarum
7 Molte acque non potrebbero spegnere quest’amore, Nè fiumi inondarlo; Se alcuno desse tutta la sostanza di casa sua per quest’amore, Non se ne farebbe stima alcuna.
7
aquae multae non poterunt extinguere caritatem nec flumina obruent illam si dederit homo omnem substantiam domus suae pro dilectione quasi nihil despicient eum
8 Noi abbiamo una piccola sorella, La quale non ha ancora mammelle; Che faremo noi alla nostra sorella, Quando si terrà ragionamento di lei?
8
soror nostra parva et ubera non habet quid faciemus sorori nostrae in die quando adloquenda est
9 Se ella è un muro, Noi vi edificheremo sopra un palazzo d’argento; E se è un uscio, Noi la rinforzeremo di tavole di cedro.
9
si murus est aedificemus super eum propugnacula argentea si ostium est conpingamus illud tabulis cedrinis
10 Io sono un muro, Ed i miei seni son come torri; Allora sono stata nel suo cospetto come quella che ha trovata pace.
10
ego murus et ubera mea sicut turris ex quo facta sum coram eo quasi pacem repperiens
11 Salomone avea una vigna in Baal-hamon, Ed egli la diede a de’ guardiani, Con patti che ciascun di loro gli portasse mille sicli d’argento Per lo frutto di essa.
11
vinea fuit Pacifico in ea quae habet populos tradidit eam custodibus vir adfert pro fructu eius mille argenteos
12 La mia vigna, che è mia, è davanti a me. Sieno i mille sicli tuoi, o Salomone; Ed abbianne i guardiani del frutto di essa dugento.
12
vinea mea coram me est mille tui Pacifice et ducenti his qui custodiunt fructus eius
13 O tu, che dimori ne’ giardini, I compagni attendono alla tua voce; Fammela udire.
13
quae habitas in hortis amici auscultant fac me audire vocem tuam
14 Riduciti prestamente, o amico mio, A guisa di cavriuolo, o di cerbiatto, Sopra i monti degli aromati.
14
fuge dilecte mi et adsimilare capreae hinuloque cervorum super montes aromatum
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