Giovanni Diodati 1649 (Italian) GDB
The Latin Vulgate VUL
1 E GIOBBE rispose, e disse:
1
respondens autem Iob dixit
2 Date udienza al mio ragionamento, E ciò mi sarà in vece delle vostre consolazioni.
2
audite quaeso sermones meos et agetis paenitentiam
3 Comportatemi che io parli; E poichè avrò parlato, beffatevi pure.
3
sustinete me ut et ego loquar et post mea si videbitur verba ridete
4 Quant’è a me, il mio lamento si addirizza egli ad un uomo? E perchè non sarebbe distretto lo spirito mio?
4
numquid contra hominem disputatio mea est ut merito non debeam contristari
5 Riguardate a me, e stupite, E mettetevi la mano in su la bocca.
5
adtendite me et obstupescite et superponite digitum ori vestro
6 Io stesso, quando me ne ricordo, sono tutto attonito, E la carne mia ne prende orrore.
6
et ego quando recordatus fuero pertimesco et concutit carnem meam tremor
7 Perchè vivono gli empi? Perchè invecchiano, ed anche son forti e vigorosi?
7
quare ergo impii vivunt sublevati sunt confortatique divitiis
8 La lor progenie è stabilita nel lor cospetto, insieme con loro; E i lor discendenti son davanti agli occhi loro.
8
semen eorum permanet coram eis propinquorum turba et nepotum in conspectu eorum
9 Le case loro non sono se non pace, senza spavento; E la verga di Dio non è sopra loro.
9
domus eorum securae sunt et pacatae et non est virga Dei super illos
10 I lor tori ammontano, e non fallano; Le lor vacche figliano, e non isperdono.
10
bos eorum concepit et non abortit vacca peperit et non est privata fetu suo
11 Essi mandano fuori i lor fanciulletti come pecore; E i lor figliuoli van saltellando.
11
egrediuntur quasi greges parvuli eorum et infantes eorum exultant lusibus
12 Essi alzano la voce col tamburo e con la cetera; E si rallegrano al suon dell’organo.
12
tenent tympanum et citharam et gaudent ad sonitum organi
13 Logorano la loro età in piacere, E poi in un momento scendono nel sepolcro.
13
ducunt in bonis dies suos et in puncto ad inferna descendunt
14 Quantunque abbiano detto a Dio: Dipartiti da noi; Perciocchè noi non prendiam piacere nella conoscenza delle tue vie.
14
qui dixerunt Deo recede a nobis et scientiam viarum tuarum nolumus
15 Che è l’Onnipotente, che noi gli serviamo? E che profitto faremo se lo preghiamo?
15
quid est Omnipotens ut serviamus ei et quid nobis prodest si oraverimus illum
16 Ecco, il ben loro non è egli nelle lor mani? Sia il consiglio degli empi lungi da me.
16
verumtamen quia non sunt in manu eorum bona sua consilium impiorum longe sit a me
17 Quante volte avviene egli che la lampana degli empi sia spenta, E che la lor ruina venga loro addosso, E che Iddio dia loro tormenti nella sua ira per lor parte?
17
quotiens lucerna impiorum extinguetur et superveniet eis inundatio et dolores dividet furoris sui
18 E che sieno come paglia al vento, E come pula che il turbo invola?
18
erunt sicut paleae ante faciem venti et sicut favilla quam turbo dispergit
19 E che Iddio riserbi a’ lor figliuoli la violenza da loro usata; O che egli la renda a loro stessi, e ch’essi lo sentano?
19
Deus servabit filiis illius dolorem patris et cum reddiderit tunc sciet
20 E che gli occhi loro veggano la lor ruina, E ch’essi bevano dell’ira dell’Onnipotente?
20
videbunt oculi eius interfectionem suam et de furore Omnipotentis bibet
21 Perciocchè del rimanente, quale affezione avranno essi alle lor case, Da che il numero de’ lor mesi sarà stato troncato?
21
quid enim ad eum pertinet de domo sua post se et si numerus mensuum eius dimidietur
22 Potrebbesi insegnar scienza a Dio? Conciossiachè egli sia quel che giudica gli eccelsi.
22
numquid Deum quispiam docebit scientiam qui excelsos iudicat
23 Colui muore nel colmo della felicità, In compiuta pace e tranquillità.
23
iste moritur robustus et sanus dives et felix
24 Le sue secchie son piene di latte, E le sue ossa sono abbeverate di midolla.
24
viscera eius plena sunt adipe et medullis ossa illius inrigantur
25 E costui muore, essendo in amaritudine d’animo, E non avendo giammai mangiato con diletto.
25
alius vero moritur in amaritudine animae absque ullis opibus
26 Amendue giacciono nella polvere, E i vermini li coprono.
26
et tamen simul in pulverem dormient et vermes operient eos
27 Ecco, io conosco i vostri pensamenti, E i malvagi discorsi che voi fate contro a me a torto.
27
certe novi cogitationes vestras et sententias contra me iniquas
28 Perciocchè voi direte: Ove è la casa del magnifico? Ed ove sono i padiglioni ove abitavano gli empi?
28
dicitis enim ubi est domus principis et ubi tabernacula impiorum
29 Non vi siete voi giammai informati da coloro che fanno viaggi? Voi non disdirete già i segnali ch’essi ne dànno;
29
interrogate quemlibet de viatoribus et haec eadem eum intellegere cognoscetis
30 Che il malvagio è riparato al giorno della ruina, Quando le ire sono sparse.
30
quia in diem perditionis servabitur malus et ad diem furoris ducitur
31 Chi gli rappresenterà la sua via in faccia? E chi gli farà la retribuzione di ciò ch’egli ha fatto?
31
quis arguet coram eo viam eius et quae fecit quis reddet illi
32 Poi appresso egli è portato ne’ sepolcri, E non attende più ad altro che all’avello.
32
ipse ad sepulchra ducetur et in congerie mortuorum vigilabit
33 I cespi della valle gli son dolci; Ed egli si tira dietro tutti gli uomini, Siccome davanti a lui ne son iti innumerabili.
33
dulcis fuit glareis Cocyti et post se omnem hominem trahet et ante se innumerabiles
34 Come dunque mi consolate voi vanamente? Conciossiachè nelle vostre repliche vi sia sempre della prevaricazione.
34
quomodo igitur consolamini me frustra cum responsio vestra repugnare ostensa sit veritati
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