Giovanni Diodati 1649 (Italian) GDB
The Latin Vulgate VUL
1 Perchè non dirassi che i tempi sono occultati dall’Onnipotente, E che quelli che lo conoscono, non veggono i suoi giorni?
1
ab Omnipotente non sunt abscondita tempora qui autem noverunt eum ignorant dies illius
2 Gli empi muovono i termini, Rapiscono le gregge, e le pasturano;
2
alii terminos transtulerunt diripuerunt greges et paverunt eos
3 Menano via l’asino degli orfani; Prendono in pegno il bue della vedova;
3
asinum pupillorum abigerunt et abstulerunt pro pignore bovem viduae
4 Fanno torcere i bisognosi dalla via, I poveri della terra si nascondono tutti.
4
subverterunt pauperum viam et oppresserunt pariter mansuetos terrae
5 Ecco, son simili ad asini salvatici nel deserto: Escono al lor mestiere, si levano la mattina per andare alla preda; La campagna è il lor pane, per li lor fantini.
5
alii quasi onagri in deserto egrediuntur ad opus suum vigilantesque ad praedam praeparant panem liberis
6 Mietono il campo, E vendemmiano la vigna che non è loro.
6
agrum non suum demetunt et vineam eius quem vi oppresserunt vindemiant
7 Fanno passar la notte agl’ignudi senza vestimenti, Sì che non hanno con che coprirsi al freddo.
7
nudos dimittunt homines indumenta tollentes quibus non est operimentum in frigore
8 Sono bagnati dalle acque che traboccano da’ monti; E per mancamento di ricetto, abbracciano i sassi.
8
quos imbres montium rigant et non habentes velamen amplexantur lapides
9 Rapiscono l’orfano dalla poppa, E prendono pegno dal povero.
9
vim fecerunt depraedantes pupillos et vulgum pauperem spoliaverunt
10 Fanno andar gl’ignudi senza vestimenti; E quelli che portano loro le manelle delle biade soffrono fame.
10
nudis et incedentibus absque vestitu et esurientibus tulerunt spicas
11 Quelli che spremono loro l’olio intra i lor muri, E quelli che calcano ne’ torcoli soffrono sete.
11
inter acervos eorum meridiati sunt qui calcatis torcularibus sitiunt
12 Gli uomini gemono dalla città E l’anima de’ feriti a morte sclama; E pure Iddio non appone loro alcun fallo.
12
de civitatibus fecerunt viros gemere et anima vulneratorum clamavit et Deus inultum abire non patitur
13 Essi son di quelli che son ribelli alla luce, Non conoscono le sue vie, E non si fermano ne’ suoi sentieri.
13
ipsi fuerunt rebelles luminis nescierunt vias eius nec reversi sunt per semitas illius
14 Il micidiale si leva allo schiarir del dì Uccide il povero, e il bisognoso; E poi la notte opera da ladro.
14
mane primo consurgit homicida interficit egenum et pauperem per noctem vero erit quasi fur
15 Parimente l’occhio dell’adultero osserva la sera, Dicendo: L’occhio di alcuno non mi scorgerà; E si nasconde la faccia.
15
oculus adulteri observat caliginem dicens non me videbit oculus et operiet vultum suum
16 Di notte sconficcano le case, Che si aveano segnate di giorno; Non conoscono la luce,
16
perfodit in tenebris domos sicut in die condixerant sibi et ignoraverunt lucem
17 Perciocchè la mattina è ad essi tutti ombra di morte; Se alcuno li riconosce, hanno spaventi dell’ombra della morte.
17
si subito apparuerit aurora arbitrantur umbram mortis et sic in tenebris quasi in luce ambulant
18 Fuggono leggermente, come in su le acque; La lor parte è maledetta nella terra, Non riguardano alla via delle vigne.
18
levis est super faciem aquae maledicta sit pars eius in terra nec ambulet per viam vinearum
19 La secchezza e il caldo involano le acque della neve; Così il sepolcro invola quelli che hanno peccato.
19
ad nimium calorem transeat ab aquis nivium et usque ad inferos peccatum illius
20 La matrice li dimentica, I vermini son loro dolci, Non son più ricordati; Anzi i perversi son rotti come un legno.
20
obliviscatur eius misericordia dulcedo illius vermes non sit in recordatione sed conteratur quasi lignum infructuosum
21 E benchè tormentino la sterile che non partorisce, E non facciano alcun bene alla vedova;
21
pavit enim sterilem et quae non parit et viduae bene non fecit
22 E traggano giù i possenti con la lor forza; E, quando si levano, altri non si assicuri della vita;
22
detraxit fortes in fortitudine sua et cum steterit non credet vitae suae
23 Pur nondimeno Iddio dà loro a che potersi sicuramente appoggiare, E gli occhi suoi sono sopra le lor vie.
23
dedit ei Deus locum paenitentiae et ille abutitur eo in superbiam oculi autem eius sunt in viis illius
24 Per un poco di tempo sono innalzati, poi non son più; Sono abbattuti, e trapassano come tutti gli altri, E son ricisi come la sommità d’una spiga.
24
elevati sunt ad modicum et non subsistent et humiliabuntur sicut omnia et auferentur et sicut summitates spicarum conterentur
25 Se ora egli non è così, chi mi dimentirà, E metterà al niente il mio ragionamento?
25
quod si non est ita quis me potest arguere esse mentitum et ponere ante Deum verba mea
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