Giovanni Diodati 1649 (Italian) GDB
The Latin Vulgate VUL
1 IN quel tempo si lesse nel libro di Mosè, in presenza del popolo; e fu trovato scritto in esso, che gli Ammoniti ed i Moabiti non debbono giammai in perpetuo entrare nella raunanza di Dio;
1
in die autem illo lectum est in volumine Mosi audiente populo et inventum est scriptum in eo quod non debeat introire Ammanites et Moabites in ecclesiam Dei usque in aeternum
2 perciocchè non vennero incontro a’ figliuoli d’Israele con pane ed acqua; e prezzolarono contro a loro Balaam, per maledirli; benchè l’Iddio nostro avesse convertita quella maledizione in benedizione.
2
eo quod non occurrerint filiis Israhel cum pane et aqua et conduxerint adversum eum Balaam ad maledicendum ei et convertit Deus noster maledictionem in benedictionem
3 Perciò, quando il popolo ebbe intesa quella legge, separò d’Israele ogni mischianza.
3
factum est autem cum audissent legem separaverunt omnem alienigenam ab Israhel
4 Ora, avanti questo, il sacerdote Eliasib, costituito sopra le camere della Casa dell’Iddio nostro, essendo parente di Tobia,
4
et super hoc erat Eliasib sacerdos qui fuerat positus in gazofilacio domus Dei nostri et proximus Tobiae
5 gli avea acconcia una gran camera ove anticamente si riponevano le offerte, l’incenso, ed i vasellamenti, e le decime del frumento, del vino, e dell’olio, ordinate per li Leviti, per li cantori, e per li portinai, e le porzioni, che se ne levavano per li sacerdoti.
5
fecit ergo sibi gazofilacium grande et ibi erant ante eum reponentes munera et tus et vasa et decimam frumenti et vini et olei partes Levitarum et cantorum et ianitorum et primitias sacerdotales
6 Ora, mentre si facevano tutte queste cose, io non era in Gerusalemme; perciocchè l’anno trentaduesimo di Artaserse, re di Babilonia, io me ne venni al re. Ma in capo d’un anno, io ottenni licenza dal re.
6
in omnibus autem his non fui in Hierusalem quia in anno tricesimo secundo Artarxersis regis Babylonis veni ad regem et in fine dierum rogavi regem
7 E giunto in Gerusalemme, intesi il male ch’Eliasib avea fatto intorno a Tobia, avendogli acconcia una camera ne’ cortili della Casa di Dio.
7
et veni in Hierusalem et intellexi malum quod fecerat Eliasib Tobiae ut faceret ei thesaurum in vestibulis domus Dei
8 E la cosa mi dispiacque grandemente, ed io gittai fuor della camera tutte le masserizie della casa di Tobia.
8
et malum mihi visum est valde et proieci vasa domus Tobiae foras de gazofilacio
9 E per mio comandamento, quelle camere furono purificate; poi io vi riportai dentro i vasellamenti della Casa di Dio, e le offerte, e l’incenso.
9
praecepique et mundaverunt gazofilacia et rettuli ibi vasa domus Dei sacrificium et tus
10 Io seppi ancora che le porzioni de’ Leviti non erano loro state date; laonde i Leviti e i cantori che facevano il servigio, se n’erano fuggiti, ciascuno alla sua possessione.
10
et cognovi quoniam partes Levitarum non fuissent datae et fugisset unusquisque in regionem suam de Levitis et de cantoribus et de his qui ministrabant
11 Ed io contesi co’ magistrati, e dissi loro: Perchè si è egli abbandonata la Casa di Dio? Poi raunai i Leviti, e li rimisi ne’ loro ufficii.
11
et egi causam adversus magistratus et dixi quare dereliquimus domum Dei et congregavi eos et feci stare in stationibus suis
12 E tutto Giuda portò le decime del frumento, del vino, e dell’olio, nei magazzini.
12
et omnis Iuda adportabat decimam frumenti et vini et olei in horrea
13 Sopra i quali io costituii soprastante Selemia, sacerdote, e Sadoc, scriba; e d’infra i Leviti, Pedaia; e sotto loro, Hanan, figliuolo di Zaccur, figliuolo di Mattania; perciocchè erano reputati uomini leali; e la lor cura era di distribuir le porzioni a’ lor fratelli.
13
et constituimus super horrea Selemiam sacerdotem et Sadoc scribam et Phadaiam de Levitis et iuxta eos Anan filium Zacchur filium Matthaniae quoniam fideles conprobati sunt et ipsis creditae sunt partes fratrum suorum
14 O Dio mio, ricordati di me per questo; e non iscancellar le opere pie fatte da me intorno alla Casa dell’Iddio mio, ed intorno alle cose che vi si devono osservare.
14
memento mei Deus meus pro hoc et ne deleas miserationes meas quas feci in domo Dei mei et in caerimoniis eius
15 In que’ giorni io vidi de’ Giudei che calcavano ne’ torcoli in giorno di sabato, ed altri che portavano de’ fasci di biade, e le aveano caricate sopra asini, ed anche vino, uve, e fichi, e qualunque altra soma; e portavano quelle cose in Gerusalemme in giorno di sabato. Ed io protestai loro nel giorno che si vendevano le vittuaglie, che non dovessero più farlo.
15
in diebus illis vidi in Iuda calcabant torcularia in sabbato portantes acervos et onerantes super asinos vinum et uvas et ficus et omne onus et inferentes Hierusalem in die sabbati et contestatus sum ut in die qua vendere liceret venderent
16 I Tiri ancora, che dimoravano in Gerusalemme, adducevano pesce, ed ogni altra derrata, e vendevano quelle cose a’ figliuoli di Giuda in giorno di sabato, e ciò dentro a Gerusalemme.
16
et Tyrii habitaverunt in ea inferentes pisces et omnia venalia et vendebant in sabbatis filiis Iuda et in Hierusalem
17 Laonde io contesi con gli uomini notabili di Giuda, e dissi loro: Quale è questo male, che voi fate, profanando il giorno del sabato?
17
et obiurgavi optimates Iuda et dixi eis quae est res haec mala quam vos facitis et profanatis diem sabbati
18 I vostri padri non fecero essi così, onde l’Iddio nostro ha fatto venir sopra noi, e sopra questa città, tutto questo male? e pure anche voi accrescete l’ira, che è accesa contro ad Israele, profanando il sabato?
18
numquid non haec fecerunt patres nostri et adduxit Deus noster super nos omne malum hoc et super civitatem hanc et vos additis iracundiam super Israhel violando sabbatum
19 Perciò, il giorno avanti il sabato, come prima le ombre cadevano sopra le porte di Gerusalemme, per mio comandamento le porte erano serrate; ed io ordinai che non si aprissero fino al giorno d’appresso il sabato; e feci stare alcuni dei miei fanti alle porte, acciocchè non entrasse alcuna soma nel giorno del sabato.
19
factum est itaque cum quievissent portae Hierusalem die sabbati dixi et cluserunt ianuas et praecepi ut non aperirent eas usque post sabbatum et de pueris meis constitui super portas ut nullus inferret onus in die sabbati
20 Ed i merciai, e coloro che vendevano ogni sorta di derrata, stettero la notte fuor di Gerusalemme, una, e due volte.
20
et manserunt negotiatores et vendentes universa venalia foris Hierusalem semel et bis
21 Ma io protestai loro che nol facessero più, e dissi loro: Perchè state voi la notte dirincontro alle mura? Se voi tornate a farlo, io vi metterò la mano addosso. Da quel tempo innanzi non vennero più nel giorno del sabato.
21
et contestatus sum eos et dixi eis quare manetis ex adverso muri si secundo hoc feceritis manum mittam in vos itaque ex tempore illo non venerunt in sabbato
22 Io dissi ancora a’ Leviti che si purificassero, e venissero a guardar le porte, per santificare il giorno del sabato. Ricordati anche di questo, o Dio mio, in mio favore, e perdonami, secondo la grandezza della tua benignità.
22
dixi quoque Levitis ut mundarentur et venirent ad custodiendas portas et sanctificandum diem sabbati et pro hoc ergo memento mei Deus meus et parce mihi secundum multitudinem miserationum tuarum
23 In que’ giorni io vidi ancora de’ Giudei, che aveano menate mogli Asdodee, Ammonite, e Moabite.
23
sed et in diebus illis vidi Iudaeos ducentes uxores azotias ammanitidas et moabitidas
24 E la metà dei lor figliuoli parlava asdodeo, e non sapeva parlar giudaico; anzi parlavano il linguaggio di un popolo e di un altro.
24
et filii eorum ex media parte loquebantur azotice et nesciebant loqui iudaice et loquebantur iuxta linguam populi et populi
25 Ed io contesi con loro, e li maledissi, e ne percossi alcuni, e divelsi loro i capelli; poi li feci giurare per lo Nome di Dio, che non darebbero le lor figliuole a’ figliuoli di que’ popoli, e che non prenderebbero delle lor figliuole, nè per li lor figliuoli, nè per sè stessi.
25
et obiurgavi eos et maledixi et cecidi ex ipsis viros et decalvavi eos et adiuravi in Deo ut non darent filias suas filiis eorum et non acciperent de filiabus eorum filiis suis et sibimet ipsis dicens
26 Salomone, dissi io, re d’Israele, non peccò egli in questo, benchè fra molte nazioni non sia stato re pari a lui, e ch’egli fosse amato dall’Iddio suo, e che Iddio l’avesse costituito re sopra tutto Israele? E pur le donne straniere lo fecero peccare.
26
numquid non in huiuscemodi re peccavit Salomon rex Israhel et certe in gentibus multis non erat rex similis ei et dilectus Deo suo erat et posuit eum Deus regem super omnem Israhel et ipsum ergo ad peccatum duxerunt mulieres alienigenae
27 Ed acconsentiremo noi a voi di far tutto questo gran male, di commetter misfatto contro all’Iddio nostro, menando mogli straniere?
27
numquid et nos inoboedientes faciemus omne malum grande hoc ut praevaricemur in Deo nostro et ducamus uxores peregrinas
28 Or eziandio uno de’ figliuoli di Gioiada, figliuolo di Eliasib, sommo sacerdote, era genero di Samballat Horonita; laonde lo scacciai d’appresso a me.
28
de filiis autem Ioiada filii Eliasib sacerdotis magni gener erat Sanaballat Horonitis quem fugavi a me
29 Ricordati di loro, o Dio mio; conciossiachè abbiano contaminato il sacerdozio, e il patto del sacerdozio, e de’ Leviti.
29
recordare Domine Deus meus adversum eos qui polluunt sacerdotium iusque sacerdotale et leviticum
30 Io dunque li nettai da ogni persona straniera; e ristabilii le mute de’ sacerdoti e de’ Leviti, ciascuno secondo il suo ufficio.
30
igitur mundavi eos ab omnibus alienigenis et constitui ordines sacerdotum et Levitarum unumquemque in ministerio suo
31 Ed anche ordinai ciò che si conveniva fare intorno all’offerta delle legne a’ tempi assegnati, ed intorno alle primizie. Ricordati, o Dio mio, di me in bene.
31
et in oblatione lignorum in temporibus constitutis et in primitiis memento mei Deus meus in bonum
The Giovanni Diodati Bible is in the public domain.
The Latin Vulgate is in the public domain.