Giovanni Diodati 1649 (Italian) GDB
The Latin Vulgate VUL
1 Migliore è un boccon di pane secco, con quiete, Che una casa piena di animali ammazzati, con rissa.
1
melior est buccella sicca cum gaudio quam domus plena victimis cum iurgio
2 Il servitore intendente signoreggerà sopra il figliuolo che reca vituperio, E spartirà l’eredità tra i fratelli.
2
servus sapiens dominabitur filiis stultis et inter fratres hereditatem dividet
3 La coppella è per l’argento, e il fornello per l’oro; Ma il Signore prova i cuori.
3
sicut igne probatur argentum et aurum camino ita corda probat Dominus
4 L’uomo maligno presta gli orecchi alle labbra inique; E l’ingannatore ascolta la lingua maliziosa.
4
malus oboedit linguae iniquae et fallax obtemperat labiis mendacibus
5 Chi beffa il povero fa onta a colui che l’ha fatto; Chi si rallegra della calamità altrui non resterà impunito.
5
qui despicit pauperem exprobrat factori eius et qui in ruina laetatur alterius non erit inpunitus
6 I figliuoli de’ figliuoli son la corona de’ vecchi; E i padri son la gloria de’ figliuoli.
6
corona senum filii filiorum et gloria filiorum patres sui
7 Il parlar magnifico non è decevole all’uomo da nulla; Quanto meno al principe il labbro falso!
7
non decent stultum verba conposita nec principem labium mentiens
8 Il presente è, appo chi è dato a ricever presenti, una gioia graziosa; Dovunque si volge produce effetto.
8
gemma gratissima expectatio praestolantis quocumque se verterit prudenter intellegit
9 Chi copre il fallo procaccia amicizia; Ma chi lo ridice disunisce gli amici.
9
qui celat delictum quaerit amicitias qui altero sermone repetit separat foederatos
10 La riprensione scende più addentro nell’uomo intendente, Che cento percosse date allo stolto.
10
plus proficit correptio apud prudentem quam centum plagae apud stultum
11 Il malvagio non cerca altro che ribellione; Ma l’angelo crudele sarà mandato contro a lui.
11
semper iurgia quaerit malus angelus autem crudelis mittetur contra eum
12 Scontrisi pure in un uomo un’orsa, a cui sieno stati tolti i suoi figli, Anzi che un pazzo nella sua pazzia.
12
expedit magis ursae occurrere raptis fetibus quam fatuo confidenti sibi in stultitia sua
13 Il male non si dipartirà giammai dalla casa Di chi rende il mal per lo bene.
13
qui reddit mala pro bonis non recedet malum de domo eius
14 Chi comincia la contesa è come chi dà apritura alle acque; Però avanti che si venga alle contumelie, lascia la questione.
14
qui dimittit aquam caput est iurgiorum et antequam patiatur contumeliam iudicium deserit
15 Chi assolve il reo, e chi condanna il giusto, Sono amendue ugualmente abbominevoli al Signore.
15
et qui iustificat impium et qui condemnat iustum abominabilis est uterque apud Dominum
16 A che serve il prezzo in mano allo stolto, Da comperar sapienza, poichè egli non ha alcun senno?
16
quid prodest habere divitias stultum cum sapientiam emere non possit
17 L’amico ama in ogni tempo, E il fratello nasce per l’afflizione.
17
omni tempore diligit qui amicus est et frater in angustiis conprobatur
18 L’uomo scemo di senno tocca la mano, E fa sicurtà al suo prossimo.
18
homo stultus plaudet manibus cum spoponderit pro amico suo
19 Chi ama contesa ama misfatto; Chi alza la sua porta cerca ruina.
19
qui meditatur discordiam diligit rixas et qui exaltat ostium quaerit ruinam
20 L’uomo perverso di cuore non troverà il bene; E l’uomo stravolto nel suo parlare caderà nel male.
20
qui perversi cordis est non inveniet bonum et qui vertit linguam incidet in malum
21 Chi genera un pazzo lo genera a suo cordoglio; E il padre dello stolto non si rallegrerà.
21
natus est stultus in ignominiam suam sed nec pater in fatuo laetabitur
22 Il cuore allegro giova, come una medicina; Ma lo spirito afflitto secca le ossa.
22
animus gaudens aetatem floridam facit spiritus tristis exsiccat ossa
23 L’empio prende il presente dal seno, Per pervertir le vie del giudicio.
23
munera de sinu impius accipit ut pervertat semitas iudicii
24 La sapienza è nel cospetto dell’intendente; Ma gli occhi dello stolto riguardano alle estremità della terra.
24
in facie prudentis lucet sapientia oculi stultorum in finibus terrae
25 Il figliuolo stolto è sdegno a suo padre, Ed amaritudine a colei che l’ha partorito.
25
ira patris filius stultus et dolor matris quae genuit eum
26 Egli non è bene di condannare il giusto, non pure ad ammenda, Nè che i principi battano alcuno per dirittura.
26
non est bonum damnum inferre iusto nec percutere principem qui recta iudicat
27 Chi rattiene i suoi detti è dotato di conoscimento; E chi è di spirito riservato è uomo intendente.
27
qui moderatur sermones suos doctus et prudens est et pretiosi spiritus vir eruditus
28 Lo stolto stesso è reputato savio, quando si tace; E prudente, quando tiene le labbra chiuse.
28
stultus quoque si tacuerit sapiens putabitur et si conpresserit labia sua intellegens
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